Leggende:
LA CONDANNA DI PILATO
Ci fu un tempo in cui Ponzio Pilato era procuratore di Giudea ricco e spavaldo, poi, secondo la tradizione, condannò Gesù Cristo come ribelle ed il verdetto fu la crocefissione, concludendo poi il suo atto con il gesto di lavarsi le mani (atto conclusivo al termine di un giudizio secondo l'iter processuale romano, che però rimase nei secoli ad intendere il più asettico comportamento di chi non ne vuole sapere nulla, non prendendo posizione; ignavo).
Poi il generale Tito conquistò definitivamente la Giudea pacificandola dai ribelli
e, tornando in trionfo a Roma, portò con sè oltre a molti tesori e schiavi anche un vecchio, solo e ammalato....era proprio lui...Ponzio Pilato caduto ormai in disgrazia...
Prima di morire (secondo alcuni condannato a morte dall'imperatore stesso e fatto giudicare da una plebe sanguinaria come contrappasso al suo atto contro Gesù, secondo altri morto ormai di stenti e di vecchiaia), chiese che il suo corpo esanime fosse lasciato sopra un carro trainato da bufali e lasciato alla sorte.
Vespasiano Imperatore concesse la grazia e così una volta morto furono eseguite le sue volontà.
I legionari frustarono i bufali che presi da un furore mai visto prima iniziarono a correre come ossessi, come se volessero liberarsi al più presto di quel peso maledetto dal cielo, così intrapresero una corsa selvaggia travolgendo ogni cosa sbarrasse loro il cammino.
L'imperatore chiese ad alcuni pretoriani di far seguire il carro per vedere dove andasse a riposare il corpo del fu Ponzio Pilato.
I bufali intrapresero con piglio deciso la via ovest fin su i monti Sibillini, luoghi da sempre magici, con tale furia che a stento i cavalieri riuscirono a seguirli, da lì presero un costone spoglio e sassoso che oggi si chiama Passo Cattivo, per le asperità del terreno e per le tragedie che da lì a poco si sarebbero verificate, i bufali continuarono il loro folle gesto fino ad arrivare ad una rupe, un attimo esitarono.....e poi..... giù nella voragine dove in fondo c'era un laghetto le cui due lenti assomigliano a due occhi di serpenti...i corpi degli sfortunati animali iniziarono subito a decomporsi mentre il feretro di Pilato cadde nello specchio d'acqua, che iniziò a ribollire, più volte il corpo si inabissò e più volte ritornò a galla, come se neanche le acque potessero accettare quell'enorme fardello toccato loro dalla sorte.
Alla fine il turbinio delle acque terminò facendo sparire nell'abisso del lago il corpo di Pilato ma lasciando per sempre quelle acque tinte del rosso del suo sangue.......
L'unico pretoriano che che era riuscito a superare tutte queste difficoltà in tempo per assistere a tale orrore non riuscì a muoversi nè a respirare, quando tutto terminò e volle tornare indietro per raccontare cosa fosse accaduto non potè più farlo... era divendato una roccia, un guardiano di pietra ancora oggi Pietra del Gendarme ad imperitura custodia dei laghi di Pilato.......