Una festa fermana dimenticata
Oggi 16 Maggio è il
giorno in cui la comunità fermana festeggiava la beatificazione di
due suoi eminenti concittadini: il beato Adamo da Fermo benedettino e
il beato Adamo Adami francescano.
Entrambi di nome Adamo
entrambi glorificati e quasi contmporanei. Hanno storie molto diverse
fra loro ma importanti per la società fermana e la vita spirituale
dei suoi cittadini.
Il beato Adamo Adami
francescano, nato nella prima metà del XIII secolo, fu un fervente
confessore, è stato oggetto di studi di molti storici fermani in
quanto la sua famiglia è ancora ben radicata in città: i nobili
Romani-Adami.
Su questo beato sto
scrivendo una monografia, sono riuscito anche grazie ai molti aiuti
scientifici a districare la secolare diatriba su chi fosse realmente.
Non mi dilungherò oltre
se non per dire che il suo corpo è ancora oggi conservato sotto
l'altare maggiore della chiesa di San Francesco di Fermo custodita
dai Padri Francescani Conventuali.
Adamo da Fermo
benedettino nato nella seconda metà del
secolo, fu prima eremita e poi priore del più grande
monastero benedettino delle Marche: S. Savino di Fermo!
Dopo l'assalto del
Cardinal Magonza agli ordini di Federico I Barbarossa e la
distruzione della Cattedrale e di gran parte delle opere comunali,
Adamo da Fermo con tutta l'autorità concessagli dal proprio ordine,
aiutò gli orfani, le vedove, si fece sostenitore anche economico
della ricostruzione della Cattedrale e molto altro. Nelle Pergamene
conservate nell'Archivio di Stato di Fermo, abbiamo gli atti notarili
con i quali Adamo donò al comune le terre coltivabili e le "rote"
in possesso al monastero lungo la valle del fiume Tenna. Queste
"rote" erano delle importantissime opere fluviali che
avevano 2 scopi: deviare l'acqua del fiume nei vari vallati per
irrigare i campi in maniera capillare e con lo stesso termine si
intendeva il sistema di attraversamento fluviale, una specie di ponte
fatto di funi tese fra le due sponde con un basamento ligneo sul
quale essere trasportati.
Una donazione
economicamente imponente!
Non si risparmiò mai in
quei tempi così difficili. La devozione a questa figura così umana
fu tale da riconoscere in lui la presenza divina. Adamo da Fermo è
invocato (o meglio era invocato data la mancanza di memoria di queste
generazioni) come protettore dall'epilessia. Dopo la distruzione del
monastero il suo corpo fu traslato al Duomo di Fermo dove ancora oggi
riposa.
Una festa tutta fermana
....dimenticata!
Emanuele Luciani
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